La luce del sole filtrava fra le foglie
degli alberi che crescevano maestosi ai margini della radura, illuminando
la fresca aria primaverile con sottili fili dorati, gli uccelli cantavano
gioiosi, e gli uomini imprecavano pesantemente contro gli dei.
Quattro robusti uomini sorreggevano il lato di una carrozza della carovana,
si era spezzato un asse, la ruota giceva per terra come un arto spezzato,
un nano pensieroso la fissava. Urla cercavano di attirare l'attenzione del
capo carovana, perchè fermasse il convoglio composto da più
di quindici carri, spezzato in due dall'improvvisa sosta forzata del carro
di Kubert, che ora stava maledicendo le divinità avverse nel metodico
bestemmiare tipico dei nani. I pochi mercenari di scorta si disposero ai lati
del convoglio controllando con delle rapide occhiate il bosco attorno alla
radura.
- Che succede Kubert?- Il capo carovana, in sella al suo cavallo, arrivò
al galoppo.
- Si è spezzato un asse, Censo, bisogna ripararlo!
- Accidenti, questa zona brulica di briganti e animali selvatici, quanto ci
staresti?
Il nano si grattò la barba per qualche secondo, borbottando nella lingua
dei suoi padri.
- Tre o quattro ore.. non ho il legname, ora come ora.
- Accidenti siamo già in ritardo, abbiamo passato Ugarit da solo un
giorno, i villaggi del nord ci aspettano, non possiamo attendere oltre, Kubert.
- Per gli dei! Non puoi lasciare qui il mio carro, prenderò l'ascia
e lo rimetterò in sesto a costo di abbattere gli alberi da solo e trascinarli
nella radura con le mie sole forze!
Censo si guardò attorno, quasi annusando l'aria per odorare minacce,
sospirò profondamente, si girò verso il nano.
- Va bene Kubert, mangeremo prima oggi, faremo preparare il fuoco da campo,
tu cerca di finire in tempo.
La foresta risuonava dei primi colpi d'ascia,
colpi sordi e cadenzati, quando nella radura, dove ardeva un grande falò,
acceso dai cuochi, entrò un gruppo di viandanti, le loro armi e armature
li facevano riconoscere come avventurieri, guerrieri o sacerdoti. Gli sguardi
sospettosi dei carovanieri vennero meno di fronte agli ampi sorrisi e ai saluti
gioiosi dei nuovi venuti.
- Salve, siamo viandanti come voi, vorremmo fermarci per il pranzo, potremmo
prendere delle braci dal vostro fuoco, non abbiamo proprio voglia di metterci
ad accenderne uno dall'inizio.- La voce cristallina della ragazza che stava
parlando fece breccia definitivamente nelle simpatie dei mercanti.
-Certo, amici, anzi potrete sedervi con noi utilizzando il nostro fuoco.-
Censo indicò con una mano lo scoppiettante focolare.
I giovani si sedettero fra di loro, aprirono le loro bisacce e presero a scaldare
della carne sul fuoco, estrassero dei boccali di legno, uno di loro battè
le mani un paio di volte, in un piccolo vortice di luce apparve un barile
di birra che iniziarono a distribuire fra di loro. Le gruda gioiose rallegrarono
la sosta forzata della carovana, che si lasciò conquistare dal genuino
spirito festoso dei ragazzi.
- Dove siete diretti ragazzi?
- Attraverseremo quelle vette, speriamo di trovare un passo.- Il giovane ragazzo,
coperto da un'armatura splendente decorata con simboli religiosi alzò
un braccio per indicare le montagne innevate all'orizzonte.
Gli avventurieri svuotarono parecchi boccali di birra, durante il pranzo,
la ragazza con loro prese una piccola arpa e iniziò a cantare una canzoncina
allegra, e un po' spinta, che divertì molto i suoi amici. Un giovane
guerriero nano con loro iniziò a russare in modo molto rumoroso, sopraffatto
dal pranzo e dalla birra.
L'aria venne squarciata improvvisamente da un grido inumano, che riecheggiò
fra le vicine colline, un rumoroso sbattere d'ali, le foglie degli alberi
che mulinavano nella radura. Due draghi, non molto grandi ma minacciosi, si
stavano avventando sulla carovana. I mercenari si alzarono per fronteggiarli
ma vennero spazzati via da un primo colpo d'ala dei rettili. Celso si accorse
all'ultimo momento dei draghi, fece per avvertire gli altri di fuggire fra
gli alberi, quando la sua voce venne coperta dal grido di battaglia dei giovani
avventurieri, destatisi all'improvviso dal torpore del pranzo.
Si gettarono tutti, contro i due rettili, armati di spade luccicanti di magia,
avvolti in auree di santita'. Uno di loro, dall'aspetto esile e emaciato,
pronunciò delle parole arcane, e quindi si trasformò in un mostruoso
essere alato, che si avventò contro uno dei draghi colpendolo con un
fascio di energia verde disintegrante. Le spade e le ascie degli avventurieri,
rotearono nell'aria per pochi minuti, l'erba si macchiò del sangue
del nemico, arso dalla magia dei maghi mentre i chierici curavano i guerrieri
che facevano scudo con il loro corpo agli amici più deboli.
Uno dei rettili cadde, morto, a terra mentre l'altro prese il volo allontanandosi,
gravemente ferito. I segni della colluttazione erano evidenti nella radura,
uno dei carri era stato squarciato dagli artigli della bestia, alcune zone
del prato erano state cancellate dai potenti incantesimi dei maghi, tuttavia
nessuno era morto, ma alcuni erano feriti in profondità.
I chierici stavano curando le ferite degli amici, il nano, col volto coperto
di rivoli di sangue che scendevano da una ferita sulla fronte, prese un boccale
restato in piedi nell'erba e bevve avidamente la birra restata, con un ghigno.
La ragazza riprese l'arpa e riprese a cantare, mentre tutti si sedevano attorno
al fuoco, dandosi grandi pacche sulle spalle per complimentarsi dell'operato.
Kubert si avvicinò loro, con l'ascia ancora sulla spalla: - Ma voi,
ragazzi, chi siete?
- Siamo solo un gruppo di amici in cerca di avventure e divertimento- Il giovane
guerriero si stava tamponando una ferita sul braccio, un artiglio aveva trapassato
lo scudo.
- Ma voi.. voi siete dei draghi! Solo dei draghi possono sconfiggere dei draghi!
- Sì ha ragione! Siamo dei draghi, i DRAGHI DELLE VETTE!!- Alzò
il boccale in aria, con lo sguardo annebbiato dall'ubriachezza. Risposero
tutti in coro, ridendo sguaiatamente, come se non avessero fatto altro fino
ad ora.
- Ave, ave ai Draghi delle Vette!!!!!
Risa e grida di ubriachezza.
- Ridete - pensò il saggio nano- ma voi avete un dono incommensurabile,
l'amicizia che vi lega è molto più forte e solida di qualsiasi
contratto mercenario, o interesse personale che muove gli altri avventurieri.
Voi potrete veramente sconfiggere tutti, se restate uniti...
FINE
[Premetto che la soria originale è
andata persa, e scrivere due volte le cose le peggiora solo, mi dispiace,
la prima era molto più bella. Purtoppo gli hard disk si bruciano come
cerini, ultimamente, e non ho trovato più copie. Comunque se riuscirò
a recuperarla metterò online quella originale, l'idea di base è
questa, comunque. Ringrazio fin da ora Ropas, se vorrà spedirmi la
copia della storia, in quanto credo che lui sia l'unico ad averla :((
Oleron.]